recensione danza contemporanea
4941
post-template-default,single,single-post,postid-4941,single-format-standard,bridge-core-3.3.1,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,qode-page-loading-effect-enabled,,paspartu_enabled,paspartu_on_top_fixed,paspartu_on_bottom_fixed,qode_grid_1300,qode-theme-ver-30.8.1,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,disabled_footer_bottom,qode_header_in_grid,qode-wpml-enabled,wpb-js-composer js-comp-ver-7.9,vc_responsive,elementor-default,elementor-kit-4738

Données immédiates de la conscience – Punto & Linea

Données immédiates de la conscience – Punto & Linea

Données immédiates de la conscience – Punto & Linea

Sintesi delle molteplici ricerche che hanno animato il palcoscenico dell’Out Off per tutta la durata della manifestazione, l’assolo di Paolo Rudelli, prima produzione di Opplà, è davvero un punto di arrivo con il quale, non certo casualmente, si conclude la rassegna.

Non poteva essere altrimenti: nella performance di Rudelli, quell’indagine intima e personale, condotta da tutti gli artisti che l’hanno preceduto in quest’evento, sembra varcare il proprio limite sperimentale per farsi dato certo, acquisizione di lucida consapevolezza.

Consapevolezza di sé, del proprio io che, nell’essere spirito è necessariamente materia corporea.

Ecco allora che prende avvio un viaggio in cui il movimento è scandito dalla voce narrante di Ruth Rosenthal e dalle note di un pianoforte suonato in modo magistralmente ostentato: all’iniziale estraneità del corpo corrisponde un gesto frenetico, quasi di lotta tra il sé e l’altro da sé; poi, quella stessa pelle proiettata nelle immagini video, impone la propria presenza fino a farsi nudità sul palco, evidenza pura di una realtà troppo a lungo negata.

Il movimento avvolge il danzatore in un’esperienza dei sensi che per essere totale deve diventare sofferenza, esposizione al dolore: l’immagine cristologica è evidente in un torace segnato ed esposto, stando alle parole di Rudelli, a una lapidazione di sguardi.

Solo così, nell’esasperazione della percezione sensibile, l’uomo restituisce a se stesso un io integro, e si scopre, in un movimento che si fa calma accettazione di sé, fragile ed estremamente corporeo.

Sara Pesatori – PUNTO e LINEA

Données immédiates de la conscience – Punto & Linea

Sintesi delle molteplici ricerche che hanno animato il palcoscenico dell’Out Off per tutta la durata della manifestazione, l’assolo di Paolo Rudelli, prima produzione di Opplà, è davvero un punto di arrivo con il quale, non certo casualmente, si conclude la rassegna.

Non poteva essere altrimenti: nella performance di Rudelli, quell’indagine intima e personale, condotta da tutti gli artisti che l’hanno preceduto in quest’evento, sembra varcare il proprio limite sperimentale per farsi dato certo, acquisizione di lucida consapevolezza.

Consapevolezza di sé, del proprio io che, nell’essere spirito è necessariamente materia corporea.

Ecco allora che prende avvio un viaggio in cui il movimento è scandito dalla voce narrante di Ruth Rosenthal e dalle note di un pianoforte suonato in modo magistralmente ostentato: all’iniziale estraneità del corpo corrisponde un gesto frenetico, quasi di lotta tra il sé e l’altro da sé; poi, quella stessa pelle proiettata nelle immagini video, impone la propria presenza fino a farsi nudità sul palco, evidenza pura di una realtà troppo a lungo negata.

Il movimento avvolge il danzatore in un’esperienza dei sensi che per essere totale deve diventare sofferenza, esposizione al dolore: l’immagine cristologica è evidente in un torace segnato ed esposto, stando alle parole di Rudelli, a una lapidazione di sguardi.

Solo così, nell’esasperazione della percezione sensibile, l’uomo restituisce a se stesso un io integro, e si scopre, in un movimento che si fa calma accettazione di sé, fragile ed estremamente corporeo.

Sara Pesatori – PUNTO e LINEA

Données immédiates de la conscience – Punto & Linea

Sintesi delle molteplici ricerche che hanno animato il palcoscenico dell’Out Off per tutta la durata della manifestazione, l’assolo di Paolo Rudelli, prima produzione di Opplà, è davvero un punto di arrivo con il quale, non certo casualmente, si conclude la rassegna.

Non poteva essere altrimenti: nella performance di Rudelli, quell’indagine intima e personale, condotta da tutti gli artisti che l’hanno preceduto in quest’evento, sembra varcare il proprio limite sperimentale per farsi dato certo, acquisizione di lucida consapevolezza.

Consapevolezza di sé, del proprio io che, nell’essere spirito è necessariamente materia corporea.

Ecco allora che prende avvio un viaggio in cui il movimento è scandito dalla voce narrante di Ruth Rosenthal e dalle note di un pianoforte suonato in modo magistralmente ostentato: all’iniziale estraneità del corpo corrisponde un gesto frenetico, quasi di lotta tra il sé e l’altro da sé; poi, quella stessa pelle proiettata nelle immagini video, impone la propria presenza fino a farsi nudità sul palco, evidenza pura di una realtà troppo a lungo negata.

Il movimento avvolge il danzatore in un’esperienza dei sensi che per essere totale deve diventare sofferenza, esposizione al dolore: l’immagine cristologica è evidente in un torace segnato ed esposto, stando alle parole di Rudelli, a una lapidazione di sguardi.

Solo così, nell’esasperazione della percezione sensibile, l’uomo restituisce a se stesso un io integro, e si scopre, in un movimento che si fa calma accettazione di sé, fragile ed estremamente corporeo.

Sara Pesatori – PUNTO e LINEA

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.